All’inizio degli anni ’30 Angelo Pelizzato, dopo aver cambiato decine di impieghi tra Venezia – dov’era nato nel 1903 – e Milano – dove invece era emigrato a vent’anni in cerca di lavoro, decise di trasformare la sua passione, i libri, in un mestiere. Erano anni “eroici” e aprire una bancarella mettendo in vendita la propria biblioteca era una cosa quasi normale…
Nel settembre del 1933 – la data esatta non è stata tramandata – Angelo apre, in Sacca della Toletta, un piccolo negozio: pochi scaffali e tanti libri, niente telefono. Il lavoro non manca, la Toletta del resto è circondata da scuole, e Angelo acquista i libri usati a prezzi più alti della concorrenza. Vengono presto gli anni della guerra. Angelo, iscritto al PCI dal 1922, dopo l’8 settembre decide di fare la sua parte: alla Toletta, ben nascoste tra gli scaffali, ci sono armi per i partigiani e riviste clandestine. Ci sono anche,a centinaia, i libri della casa editrice più prestigiosa di quei tempi, la Laterza di Benedetto Croce; Angelo li ha acquistati un po’ alla volta come bene rifugio per sfuggire all’inflazione. Non oro o immobili: libri. Libri di grande valore, soprattutto dopo che la stessa Laterza, i cui depositi avevano subito i bombardamenti alleati, ne risultava sprovvista!
Dopo la guerra la Toletta continua il suo lavoro: molti a Venezia ricordano di aver comperato o venduto qui i libri di scuola, magari facendo la coda (che veniva regolata da un vigile). Negli anni ’50 ad Angelo si affiancano i due figli; sugli scaffali della libreria, che intanto si è un po’ ingrandita, compaiono i primi BUR: la scolastica comincia a rallentare a favore di altri generi. Nel 1963 Angelo si ritira e sul finire degli anni ’60 la Toletta inizia a lavorare sui libri fuori catalogo, in vendita a metà prezzo. Ma l’idea vincente è quella di proporre agli editori ordini di titoli in catalogo, numericamente consistenti e non incentrati su novità e best seller, da rivendere con sconti del 40% o 50%: è la filosofia della Toletta, quella che portiamo avanti ancor oggi.
Abbandonata definitivamente la scolastica nel 1976, la Toletta inizia a farsi un nome anche fuori Venezia: le occasioni spesso sono uniche e ai clienti non sembra vero di trovare, magari a metà prezzo, libri di grande qualità a volte irreperibili nelle librerie “normali”. Nel 1985 la Toletta, che ha da poco festeggiato i cinquant’anni di attività, raddoppia lo spazio espositivo: le occasioni ormai si moltiplicano e crescente attenzione viene dedicata al mondo universitario, in particolare ad architettura.
Gli ultimi trent’anni, in una “storia” ormai quasi secolare, sono cronaca: così l’esperimento della Libreria Mondadori, aperta dalla Toletta in franchising a San Marco in un immobile del gruppo Benetton, con lo SpazioEventi, divenuto in breve un vero e proprio crocevia culturale in città. Come spesso accade dalle nostre parti, era troppo bello per durare… La Toletta però rimane sempre: con il suo fascino “demodè”, con le sue occasioni, con la sua voglia di mantenere un presidio culturale unico in una Venezia che fatica sempre più a riconoscersi come città “normale”.